
Le Stazioni italiane in Antartide
L’Italia è presente in Antartide dal 1985, con un programma nazionale, il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, proposto dalla Commissione Scientifica Nazionale per l’Antartide, CSNA, e finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca.
Grazie ai finanziamenti messi a disposizione, l’Italia ha potuto costruire due basi logistiche, la stazione Mario Zucchelli, aperta soltanto durante l’estate australe, da novembre a marzo, e la stazione Concordia, gestita insieme alla Francia, che invece è aperta tutto l’anno.
Le stazioni ospitano i tecnici e i ricercatori che partecipano alle campagne, organizzate dal PNRA, a cadenza annuale, per consentire ai nostri tanti ricercatori di svolgere attività di ricerca scientifica e tecnologica in Antartide.
Nell’ambito del PNRA, l’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, è l’Ente incaricato di coordinare le attività logistiche, attività che svolge attraverso una sua Unità Tecnica, l’Unità Tecnica Antartide. Il coordinamento delle attività scientifiche è invece affidato al CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Anche il Ministero della Difesa contribuisce alla realizzazione del Programma, garantendo la partecipazione alle campagne di personale logistico delle Forze Armate italiane.
Ogni anno sono circa 300 i ricercatori italiani, selezionati tra quelli del CNR, ENEA, Università ed Enti Pubblici italiani, che svolgono a tempo pieno attività di ricerca nell’ambito del programma antartico, e, ogni anno, partono per l’Antartide circa 200 persone tra tecnici e ricercatori.
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