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20
Nov
2019
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Il saluto di Massimiliano Catricalà, station leader invernante a Concordia durante il DC 15, a pochi giorni dalla partenza dall’Antartide

 

 

Eccoci qua, mancano pochi giorni alla fine della missione del DC15, tra qualche giorno il nostro winter-over terminerà e il Basler che tante volte abbiamo visto atterrare e decollare ci caricherà a bordo per iniziare il viaggio di ritorno verso casa. Saluteremo con malinconia la base che per un intero anno abbiamo sentito “nostra” e che abbiamo vissuto intensamente prendendoci cura di lei. Abbiamo vissuto questa esperienza con la consapevolezza di essere “speciali” avendo la possibilità di lavorare in un posto speciale. Ogni cosa qui è unica, dalle misure che si fanno all’ambiente che si vive. La durezza del posto che rende difficile qualsiasi operazione e la presa di coscienza che si sfida la natura solo cercando di infilare un cavetto in un connettore a temperature impossibili. Ci si rende conto che tutte le cose che si danno per scontate nella quotidianità qui sono l’ultimo dei pensieri. Ma la gioia di vedere quel numeretto significativo sul computer a lavoro finito da una soddisfazione doppia rispetto ai nostri soliti standard. Anche quando spali la neve per liberare l’ingresso allo shelter che contiene i strumenti e pensi di aver vinto e finalmente liberato l’ingesso ti accorgi che la natura è più forte di te già dalla volta successiva quando la botola o la porta è di nuovo coperta. Ricorderemo il freddo intenso che ti entra dentro e le ciglia che si attaccano, i geloni nelle mani fino a perdere la sensibilità. I compagni di viaggio con i quali ho e abbiamo condiviso gioie e dolori, momenti difficili, tensioni e momenti di divertimento. Qui il rapporto umano è la prova numero uno. La costrizione ad una convivenza gomito a gomito innesca dei processi psicologici che solo un carattere forte può sopportare. Le privazioni qui sono molte e il potersi appoggiare ad un amico risulta essere di fondamentale importanza. L’isolamento dal resto del mondo non è solo umano ma anche materiale. Un anno senza guidare, maneggiare soldi, senza linea telefonica, senza mosche e senza piante…sono cose che all’inizio spaventano ma che poi passano in secondo piano. Ai giorni nostri è una banalità andare al supermercato per comperare qualcosa, ma qui, andare in un container durante il periodo invernale con il buio e la torcia in testa e il fiato che appanna la maschera fino a gelare diventa un gioco di squadra.

Ringrazio il PNRA e l’IPEV per averci dato una formazione di qualità ed aver fatto una selezione che ha permesso al gruppo invernante di trascorrere in maniera proficua un inverno tra i più freddi del plateau antartico raggiungendo i -104 gradi celsius considerando il vento. Grazie a questa preparazione abbiamo potuto trascorrere un inverno in piena e totale sicurezza conoscendo e rispettando tutte le norme che regolano la base Concordia.

Massimiliano Catricalà

 

 

 

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