11 maggio 2021
La Stazione Mario Zucchelli e le aree protette: un impegno in prima linea in difesa dell’ambiente
Posizionata vicino alla costa lambita dalle acque dell’area marina protetta più grande al mondo, il mare di Ross, e a pochi chilometri di distanza da ben quattro aree protette, la stazione Mario Zucchelli, con il suo team di ricercatori e tecnici, vanta un impegno in prima linea nella difesa e nello studio dell’ambiente antartico.
• Chiediamo alla dott.ssa Carla Ubaldi, ricercatrice ENEA, Environmental Officer italiana in Antartide, di spiegarci come mai sono state istituite delle aree protette in un continente come l’Antartide, che di per sé è già un ambiente protetto, e di raccontarci cosa fa l’Italia e il PNRA per proteggere e conservare questo continente unico nel suo genere.
L’ Antartide è un enorme laboratorio naturale a disposizione di tutta l’umanità. Amiamo dire che non è di nessuno ma è di tutti. Infatti, il continente antartico non è soggetto alla sovranità di alcuno Stato ed è gestito attraverso il sistema del Trattato Antartico: un sistema di accordi multilaterali che comprendono il Trattato Antartico del 1959, il Protocollo di Madrid del 1991 sulla Protezione Ambientale, la Convenzione di Londra del 1972 per la conservazione delle Foche in Antartide e la Convenzione di Canberra del 1980 sulla Conservazione delle Risorse Marine Viventi in Antartide;
Il Trattato Antartico ha sospeso le rivendicazioni territoriali e l’utilizzo delle risorse Antartiche per scopi commerciali. Il Protocollo sulla Protezione Ambientale, accordo particolarmente importante, ha trasformato l’intera area a sud dei 60 gradi di latitudine sud del pianeta, in una “riserva naturale dedicata alla pace e alla scienza”. Con la firma del protocollo di Madrid….. Continua a leggere
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16 febbraio 2021
La traversa da Cap Prud homme a Dome C: il racconto di uno dei protagonisti
Conclusa con successo anche l’ultima traversa in programma per la campagna 2020-2021, chiediamo a uno dei partecipanti italiani, Raoul Nascimben, Sergente Maggiore Capo Qualifica Speciale dell’Esercito Italiano, in forza al 4° Reggimento Alpini Paracadutisti, di condividere con noi la sua esperienza, e di raccontarci il viaggio tra i ghiacci del plateau antartico che si compie ogni anno per rifornire la stazione italo-francese Concordia.
• Sappiamo che ha appena terminato la sua quattordicesima traversa. 14 traverse in 7 spedizioni: Ha percorso più di 30000 km e vissuto sul plateau antartico per oltre 300 giorni.
Numeri importanti. Possiamo considerarla un veterano, il protagonista di un’avventura che pochi hanno il privilegio di compiere. Ci racconti cosa si prova a vivere sul plateau antartico per così tanto tempo.
“Cosa dire: Selvaggio, massacrante, psicologicamente difficile ma assolutamente affascinante.
Ogni metro, ogni istante è qualcosa di unico, emozionante, per cui non posso che ringraziare il P.N.R.A. e lo Stato Maggiore della Difesa per avermi consentito di poter vivere queste esperienze, conoscere l’eccellenza della ricerca antartica ed essere utile in questo contesto a queste latitudini.
Vivere il plateau antartico sul raid è un’esperienza impegnativa, ma unica. Oltre mille e duecento lunghissimi chilometri, in oltre 10 giorni di viaggio su un percorso non battuto e isolato, affrontando condizioni atmosferiche non sempre favorevoli e temperature che possono scendere anche sotto i – 40°c. Ricordo che …Continua a leggere
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