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21
Ott
2021
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Al via in modalità “Covid free” la 37a spedizione italiana in Antartide

Dopo aver superato i rigidi controlli sanitari anti Covid-19 e trascorso una quarantena di 14 giorni in una stanza di albergo a Christchurch, il gruppo di apertura, composto da 23 persone, è arrivato il 20 ottobre presso la stazione Mario Zucchelli dando l’avvio alla 37a spedizione italiana in Antartide.

Atterrati con un volo del Programma Antartico degli Stati Uniti d’America (USAP), i tecnici del PNRA hanno l’impegnativo compito di riattivare tutti i servizi della stazione e preparare la pista di 3 km sul pack marino, necessaria ad assicurare l’atterraggio dei successivi voli intercontinentali.

Sono infatti in programma 9 voli intercontinentali operati con il C-130J della 46^ Brigata Aerea dell’Aeronautica Militare Italiana (AMI), ed un volo operato con l’Airbus-A319 dell’Australian Antarctic Division. Garantiranno il trasporto di passeggeri e materiali e i collegamenti tra Christchurch (Nuova Zelanda), la base italiana MZS e quella statunitense di McMurdo.

A differenza della spedizione 2020-2021, che è stata organizzata con un ridotto numero di partecipanti e di attività per far fronte all’emergenza sanitaria, quella di quest’anno vedrà riprese a pieno ritmo sia le attività scientifiche, sia quelle logistiche. Saranno infatti oltre 50 i progetti di ricerca portati avanti e 220 i partecipanti, tra tecnici e ricercatori, guidati dal capo spedizione Gianluca Bianchi Fasani dell’ENEA, che a novembre passerà il testimone ad Alberto della Rovere, sempre dell’ENEA.

Tra i partecipanti alla spedizione vi saranno anche 18 esperti militari di Esercito, Marina, Aeronautica, Arma dei Carabinieri e Vigili del fuoco, che, nell’ambito delle specifiche competenze, daranno supporto al PNRA, per le attività esterne e i campi remoti, per le attività navali e subacquee, per le previsioni meteorologiche e per la pianificazione e svolgimento in sicurezza delle operazioni di elicotteri e aeromobili. Anche quest’anno prenderà parte alla spedizione la nave rompighiaccio da ricerca oceanografica Laura Bassi.

Per garantire la sicurezza sanitaria in un ambiente estremo e con capacità sanitarie limitate come è l’Antartide, anche quest’anno sarà applicato a tutto il personale in missione lo stringente protocollo sanitario messo a punto lo scorso anno dal Consiglio dei direttori dei programmi nazionali antartici (COMNAP). Infatti, oltre ad essere invitati a completare il ciclo di vaccinazione COVID-19 e a vaccinarsi contro l’influenza stagionale e il pneumococco, tutti i partecipanti sono stati sottoposti a rigorosi controlli sanitari sia prima della partenza dall’Italia, sia all’arrivo nei i gateway antartici australiano e neozelandese. E’ imposta anche una rigida quarantena di 14 giorni da trascorrere in isolamento, confinati in una stanza di albergo fino al trasferimento in Antartide.

Nelle stazioni, invece, il protocollo stabilisce il controllo giornaliero della temperatura corporea a tutto il personale presente e detta regole per il personale in transito da altre stazioni e per gli eventuali nuovi arrivati, che devono essere sottoposti a test antigenico prima di avere qualsiasi contatto con il personale residente. In caso di positività o in presenza di un caso sospetto (febbre, raffreddore, tosse) il paziente sarà sottoposto anche a tampone molecolare, e dovrà essere isolato in una struttura separata dalla base principale fino ad esito negativo del tampone. Per operare in autonomia e sicurezza la stazione Mario Zucchelli è stata dotata di strumentazione adeguata per effettuare le analisi dei tamponi molecolari Covid-19.

In presenza di casi positivi accertati anche tutto il personale dovrà indossare i dispositivi di protezione individuale (mascherine/schermi) e cercare di mantenere una sufficiente distanza sociale di almeno due metri. Ci si aspetta che nel personale vaccinato i sintomi della possibile malattia non siano troppo gravi e curabili in loco. In caso di sintomi gravi che richiedano assistenza respiratoria, su consiglio dei medici di spedizione, il Capo Spedizione potrà decidere di attivare un MedEvac (Aero Medical Evacuation).

Le spedizioni italiane in Antartide sono finanziate dal Ministero dell’Università e Ricerca (MUR) nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), che affida all’ENEA la pianificazione e l’organizzazione logistica delle missioni e al CNR la programmazione e il coordinamento scientifico.

 

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